Non capire ciò che si legge è purtroppo una patologia...

Non capire ciò che si legge è purtroppo una patologia, ma distorcere ciò che si legge a proprio tornaconto e farlo sistematicamente ha più a che vedere con la cattiva coscienza. Tuttavia non spettano a noi i giudizi morali: noi siamo interessati a comprendere la realtà stando in un dibattito e in uno scambio che può anche portarci a cambiare idea ma, per farlo, questo dibattito deve avere le caratteristiche di onestà e anelito alla verità.

Perché diciamo questo?
Bre-Ve, l’associazione dei proprietari di locazioni brevi a Venezia, utilizza malamente uno studio del 2022 di Unece (Commissione economica delle Nazioni Unite) riguardante gli effetti della sharing economy sul mercato delle abitazioni. È uno studio che conosciamo e per questo ci appare distorcente quanto riportato nel comunicato di Bre-Ve laddove si dice che tale studio conterrebbe la prova che i provvedimenti di limitazione degli affitti brevi non fanno osservare alcun effetto di sollievo sui prezzi delle case e degli affitti. Fino ad arrivare a sostenere che il mercato immobiliare non abbia alcun ruolo nel trasferimento di residenti in terraferma.
Per amor di verità vogliamo riportare esattamente cosa afferma lo studio citato che, essendo di natura economica, non è centrato sullo spopolamento e nemmeno sulle disuguaglianze, questioni che invece a noi stanno a cuore; ad ogni modo eccone alcuni passaggi.
▪️ “Con il proliferare degli affitti brevissimi dall’inizio del secondo decennio del XXI° secolo, specialmente nelle città, il mercato dell’affitto residenziale ha subito uno spostamento dal concetto abituale di spazio abitativo condiviso. Ciò ha ribaltato l’anelasticità del mercato convenzionale degli affitti e l’affitto di alloggi è diventato il modo standard, frequente e regolare per soddisfare le esigenze abitative di breve durata al posto delle camere d’albergo. Questa pratica si è diffusa in tutto il mondo e persino in luoghi dove il mercato degli affitti era tradizionalmente piccolo e statico a causa di bassa domanda e delle restrizioni dovute alla regolamentazione”.
▪️ “Con il successo iniziale delle piattaforme tecnologiche, le aziende nei mercati convenzionali (come quelle di gestione degli affitti per i turisti) hanno iniziato a partecipare a questo sistema di intermediazione. È difficile differenziare tra economia collaborativa e attività imprenditoriale, soprattutto a causa dell’ingresso dei fornitori del servizio turistico nelle piattaforme tecnologiche e del fatto che gli attori del mercato non sono registrate come imprese. Pertanto, non è facile riconoscere se lo scambio è un atto di condivisione o una normale transazione commerciale, e in che misura il fornitore di alloggio è un venditore, un locatario o semplicemente sta condividendo una risorsa. Il confine non è chiaro, il che crea sfide per le normative di identificazione e l’applicazione delle leggi fiscali”.
▪️ “A San Sebastian, Lisbona, Malaga, Menorca e Venezia più del 40% delle proprietà (degli alloggi in affitto turistico, ndr) è gestito da grosse compagnie. (...) Qui il mercato dell’affitto breve è guidato da ragioni di business e l’esistenza di un potere sul mercato non può essere negata”.
Infine, lo studio non dice che le normative di limitazione degli affitti brevi non migliorano i prezzi degli affitti residenziali ma che quelle normative, dove sono state introdotte, sono insufficienti e mal congegnate:
▪️ “La realtà nella maggior parte delle città è che sebbene i regolamenti siano in vigore, la loro applicazione è
problematica e i problemi relativi agli affitti a breve termine rimangono”
▪️ “…gli autori evidenziano una questione cruciale nella regolamentazione del mercato dell’affitto a breve termine, precisamente nella definizione della misura da applicare che deve essere sufficientemente precisa per risolvere il problema per la quale è stata creata. Gli autori hanno concluso che le regole attualmente applicate non sono abbastanza precise.”
Il riferimento è soprattutto al fatto di voler distinguere tra ospitalità occasionale e professionale, ovvero d’impresa. Lo studio si spinge poi a dare suggerimenti per la regolamentazione degli affitti brevi, ne citiamo solo alcuni:
▪️ “La registrazione specifica degli alloggi affittati a breve termine è fortemente raccomandata”
▪️ “l’identificazione precisa sul territorio è dovuta, consentendo ai comuni di limitarne le attività in zone particolari”
▪️ “i comuni potrebbero decidere il numero di unità che possono essere adibite a host e identificare le unità gestite per il business per applicare le normative adeguate”.
▪️ “Le proposte di regolamentazione sono un primo passo affinché le autorità conoscano meglio la realtà di questo settore e definiscano correttamente le misure appropriate”. “Un’assenza di regolamentazione e una mancata distinzione tra destinazione turistica e residenziale influisce su tutto il mercato delle abitazioni e sulla disponibilità di alloggi per la popolazione”.





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